Storia - Comune di Monasterace
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Gazzetta del Sud - Edizione di Reggio
Storia
L'antica Kaulon
E' compresa nell'area di Punta Stilo a Monasterace, affacciata sul Mare Jonio, in Calabria, Italia. I primi veri rinvenimenti della nostra civiltà risalgono al 1890, per merito di Paolo Orsi, che rinvenne in prossimità della spiaggia di Monasterace Marina, i resti monumentali di un grande tempio dorico. L'insediamento è di origine greca, avvenuta nel VII Sec AC. La tradizione vuole che la città sia stata fondata da Kaulon (da cui il nome), figlio della amazzone Clete, al tempo della guerra di Troia. Kaulon come centro urbano, si espandeva, nell'attuale territorio di Monasterace Marina, dal promontorio Cocinto che oggi ospita il faro a cui alla base si trova il Tempio dorico ed il porto oramai sommerso dalle acque dello Jonio, fino ai colli del Tarsinale e contrada Lambrosi. Il tutto era circondato da una cinta muraria con 12 torri, ritrovata da Paolo Orsi. La cinta muraria variava dai 2 ai 5 metri, a secondo il grado di pericolosità di incursione. Delle torri, non rimane ad oggi nulla, poichè in epoche successive alla distruzione da parte dei campani nel 277 aC, il materiale è stato usato per altri edifici, tra cui la Cattolica a Stilo. I quartieri erano quello di Cocinto, Passoliera, Piazzetta, Neapolis Settentrionale e Meridionale, per una superficie di circa 50 ettari e 3.000 metri di perimetro.
Storia
Monasterace venne fondata dalle popolazioni che risiedevano nella area greca di Kaulon, dopo la sua distruzione da parte dei romani, i sopravvissuti, decisero di fondare il nuovo sito abitativo in un territorio che per le sue caratteristiche morfologiche poteva difendersi dalle scorrerie dei nemici, quindi strategicamente difendibile . I successivi nuclei abitativi sono menzionati dagli storici antichi che li indicavano con termini latini quali Mjstrae, Consilium Castrum e Cocintum, tra cui Plinio che individuò in Mjstrae nell'attuale Monasterace. Dopo la caduta dell'impero Romano d'occidente, decadde anche l'unità della lingua per cui nessuno avvertì il bisogno di continuare a nominare il paese col termine di Consilium Castrum. Per testimonianza di F. Cluverio, risulta che nei pressi del promontorio Cocinto vi è un luogo chiamato Monte Arachi. Ciò a significare che il termine latino di Consilium Castrum, venne sostituito con quello di Monte Arachi (paese produttore di veccia, le leguminose). Quindi i due termini di Monte Arachi, col passare del tempo si fusero in uno solo: Montarachi ossia Monasterace. Il territorio vide la presenza dei Cavalieri di Rodi in Montarachi, il nome del paese mutò con quello di Rubbiano, poi quello di Monte Storace fino al 1783, poi assunse il nome di Monasteraccio e infine quello attuale di Monasterace. A Monasterace è ubicato un castello Medioevale che fu dominio dei Principi Caracciolo fino al 1464 quando passò agli Arena Conclubet che lo vendettero a Guglielmo Monaco nel 1478. Nel 1486 fu acquistato da Silvestro Galeota i cui discendenti tennero il possesso fino al 1654 col titolo di Principi di Monasterace, per passare in seguito al maestro di Campo Carlo della Gatta, di Giacomo Pignatelli, di Barbara Abenante, del Marchese Perrelli, dei Tomacelli, dei Marcucci, del Barone Oliva, della famiglia del Barone Scoppa di Francia che nel 1919 vendette il castello al Cav. Giuseppe Sansotta che a sua volta lo rivendette a diverse famiglie del luogo che lottizzandolo ne deturparono l'aspetto originale.
Comune di Monasterace
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